DALLE BOLLICINI ALLA CAMOMILLA
Prima della partita i milanisti facevano la schiuma,talmente erano gasati. Bollicine a go-go. Al triplice fischio di chiusura del "casalingo" Rizzoli (giallo inesistente x Marchisio, nessun cartellino per l'entrata del plongeur Menez su Pereyra) sembrava che l'impresa l'avessero fatta loro, avendo impedito la goleada alla Juve. Per forza, giocando con quella Maginot eretta davanti alla propria area, fargli una rete è stato tutt'altro che semplice. Altro che Antonio Conte (nuovo idolo rossonero) la stella polare di Inzaghi si chiama Nereo Rocco!! Più che il Milan, sembrava già il Cesena di Bisoli che andremo ad incontrare nel turno infrasettimanale di mercoledì. Per occasioni create - 4 nel 1° tempo, 3 + gol nel 2° - la Juventus avrebbe dovuto vincere 0-3. Si deve accontentare di una sola rete, ma stupenda, confezionata in tandem da Carlitos e Zinedine Pogba. Un uno-due fantastico, con Tevez che mette seduti Abbiati e Abate e , con colpo sotto, la piazza nell'angolo opposto. Cineteca del calcio. Una gara, quella del Meazza, gestita e dominata dai bianconeri, con un'unica concessione lasciata al Milan: il colpo di testa , nel 1* tempo, di Honda respinto da par suo da Buffon, quello che tanti avebbero voluto pensionare già 2 anni fa. Finora, su 4 partite disputate, Gigi si è sporcato i guanti tre volte in tutto. E quello sprovveduto di Allegri non ne ha ancora persa o pareggiata una: 4 vittorie su 4 e zero gol subiti (anno scorso ne avevamo già incassati 3).La sua Juve ha una sola pecca: segna poco rispetto a quanto produce. C'è da migliorare, e lo faremo. A S.Siro si è vista comunque un'ottima Juve, capace di divertire e , al tempo stesso, gestire la gara a piacere. Con un Pereyra che non ha fatto assolutamente rimpiangere Vidal, anche se Arturo quando è entrato ha fatto sentire il proprio peso specfico, un Marchisio buon organizzatore di gioco e sempre pericoloso come stoccatore (1 palo) anche se le invenzioni di Pirlo sono altra cosa, un Pogba elegante e decisivo ma che deve smetterla di gigioneggiare col pallone, un Llorente sempre utilissimo e andato vicino al gol, un Lichsteiner che deve rinnovare al più presto perché non ce ne si può privare, un reparto difensivo solidissimo (perà Chiello deve evitarsi leggerezze) e poi Tevez....bhé,che dire: semplicemente, straordinario. Il suo gol è una perla per palati fini.Ogni volta che Carlos viene nel suo ex-stadio, segna. E' il suo modo di ringraziare Galliani.
Il Conte-Tour (stabilimento FIC a Melfi in mattinata, poi la sera a Rieti per il ritiro del Premio Scopigno) riferisce di un Antonio Conte assolutamente molto felice e anche molto carico. Se davvero in Juventus ci fosse il clima da tregenda descritto dai media fino ad oggi, Conte sarebbe salito su aereo e andato volentieri a parlare alle maestranze del padrone fino in Lucania? Di sicuro no. Così come avrebbe mandato qualcun'altro a ritirargli il Premio fino a Rieti, se davvero gli fossero girate ancora a elica. "Avreste dovuto portarmi questo Premio al mare" ha detto lui stesso a Roberto Renga che gliel'ha consegnato. Eppoi, le dichiarazioni: Conte è già sul pezzo - ovvero,prossima stagione - fin da adesso. Ha fatto anche capire che Vidal e Pogba resteranno. Ma tanto i giornali interpreteranno a loro comodo pure queste sue conferme: già in trasmissione da noi, mentre le leggevamo, c'è stato chi si è messo a fare l'esegesi su ogni frase, ogni aggettivo, ogni avverbio. Tipo quel "fino a prova contraria resterà" riferito ad Arturo. Roba da superare persino Spinoza nell'interpretazione del Pentateuco. Ecco perché, saggiamente, sul rinnovo ha preferito evitare di parlarne. Anche se l'indicazione è chiara: Conte resterà alla Juve a lungo, alla faccia di chi in questi giorni ha sperato che se ne andasse e, ancora adesso, si augura che la prossima sia davvero l'ultima sua stagione alla Juve. E che la affronti controvoglia. Vi piacerebbe, eeeh? Non conoscete Conte
UNA MULTA DI M
Tanto tuonò che piovve. Una ragazzata, meglio una "bambinata" , è costata alla Juve un'altra multa per i cori. Un fatto stigmatizzato e censurato da media e pedagoghi dell'ultim'ora più della guerriglia urbana di Bergamo tra romanisti e atalantini, era quindi inevitabile attendersi qualche conseguenza. Parto col dire che i veri colpevoli di questa ennesima punizione sono gli accompagnatori e i responsabili delle scuole calcio presenti domenica sera in curva Nord (da dove sono partiti quei cori) perché sarebbe bastato che qualcuno di loro richiamasse i bambini e quei cori sarebbero cessati all'istante. Mi aspetto quindi che la società bacchetti queste persone, perché è davvero inaccettabile macchiare un'iniziativa lodevole come quella dei bimbi in curva per la leggerezza e lo scarso senso di responsabilità di qualche adulto troppo superficiale e disattento. Fatta questa premessa, mi sembra davvero che si sia ingigantito un problema solo per il gusto di volerlo fare a tutti i costi pur di sputtanare una volta di più la Juventus, i suoi tifosi e persino i suoi bambini. Gran parte dei censori è gente che non sopporta il nostro club e la frase "Juve merda" chissà quate volte l'avrà ripetuta in casa, al bar,in ufficio, in redazione. Lezioni da queste persone non le accettiamo. Conoscete benissimo la mia posizone (da tanti legittimamente non condivisa) in materia di cori ben peggiori di quelli fatti dai bimbi e sulle parolacce in genere: il calcio non sarà un teatro, ma nemmeno un postribolo. E' vero, allo stadio i vaffa e le imprecazioni volano alla velocità della luce, ma una cosa sono brutte parole buttate lì e un altro invece gli insulti mirati verso qualcuno. Alo stadio si DEVE e si PUO' fare casino, ma non necessariamente in modo becero e belluino. Un conto è tifare con tutta la propria forza e i propri polmoni per la squadra del cuore, un altro sfogarsi vomitando le peggior cose "perchè tanto siamo allo stadio". Se adesso si è deciso di recuperare il tempo perduto e di riportare un minimo d'educazione allo stadio, insegnandola a chi non ce l'ha o ricordandogliela a chi invece se l'è soltanto dimenticata a casa, è giusto adeguarsi e rispettare le regole. Ad una condizione: che le si faccia rispettare a tutti. Si è cominciato col punire gli insulti razzisti (bene) si è passati poi ai cori discriminatori (bene) adesso si è arrivati a multare anche i cori sula cacca. Se è davvero iniziata la tolleranza zero la si applichi ovunque, in ogni stadio e per ogni coro insultante. Dopo il precedente dei bimbi juventini, deve scattare un nuovo codice di regolamento: multa per chi grida "merda!" , squalifiche per chi canta cori beceri e offende la memoria dei morti, divieto di andare in trasferta a chi devasta stadi, lancia oggetti o sassi, ferisce altri tifosi e trasforma ogni partita in un incubo. Altrimenti la multa ricevuta oggi dalla Juve é una presa per i fondelli.

Lo so che, forse, il primato in classifica durerà, ripeto forse, solo una trentina d'ore, però... come ci sente a proprio agio lassù, in vetta al campionato ! Al termine dei 90' di Livorno è stato come tornare a casa dopo 2 mesi d'assenza, da parte della migliore Juve dell'ultimo triennio: 34 punti in 13 partite, 5 vittorie consecutive e zero gol subiti. Soprattutto una squadra in ottima condizione di forma, in grado di gestire le partite come vuole lei. Non appena il Livorno ha alzato il ritmo della gara ed ha provato a farci male (non riuscendoci mai) la Juve di Conte ha iniziato a mulinare gambe e produrre il gioco che sa fare lei, e a quel punto per i labronici sono stati dolori. Appena è stato schiaccito l'accelleratore, la forza di questa squadra si è palesata in toto. Possono mancarci anche delle pedine importanti, possiamo pure schierare una formazione diversa dalla solita, ma quando sei forte i valori alla fine vengono sempre fuori. E questa è un Juventus molto forte. Rispetto alle 2 precedenti Juve ci sono solo 3 giocatori in più: Tevez, Llorente e Ogbonna (che oggi non ha giocato, per squalifica). Mi limito ai primi 2, quelli che oggi ci hanno permesso di sbancare l'ardenza. Il "grassone finito" e il "pacco basco", secondo quelli che capiscono di calcio e non rosicano mai. Tutti costoro oggi, all'Ardenza, hanno ricevuto la risposta che si meritavano. Da Nando (anvedi come balla ben...) da Carlitos (l'amico intimo di Galliani) e da tutti gli altri 9 partiti titolari + quelli che sono subentrati. Certo, abbiamo battuto solo il LIvorno, ma sono queste vittorie e questi punti che ti fanno poi vincere i campionati. Ecco perché celebro questa vittoria. Attaccarsi ora ai falli di Chiellini, ai pochi cartellini ricevuti dagli juventini (chi lo sostiene fa forse finta di non aver visto come menavano i labronici) è il classico esercizio di chi non riesce a digerire il risveglio di una JUve che qualcuno, prima del tempo, aveva già dato in crisi di risultati e non in grado di ripetersi ancora in Italia. La Roma deve ancora giocare, ok, e molto probabilmente porterà a casa i 3 punti e tornerà in testa alla classifica, però noi ci siamo e ci saremo fino al 18 maggio 2014, quando questo campionato si chiuderà. La Roma - come ha ricordato stasera il nostro Capitano - non speri in un nostro crollo, speri solo in se stessa. Col Cagliari scenderà sicuramente in campo per vincere, ma per la prima volta dovrà farlo a tutti i costi. L'ansia da prestazione potrebbe giocarle brutti scherzi.
TRE PIZZE ALLA SABAUDA
Non è finita come speravano a Napoli, e cioè come quel 9 novembre dell'86. E' finita invece come il più recente 1 aprile del 2012, il primo Juve-Napoli di Conte come allenatore bianconero. Francamente, non immaginavo che sarebbe potuta finire come allora, perché ritenevo e ritengo il Napoli ancora adesso - nonostante la scoppola rifilatagli ieri sera - una delle squadre più forti del nostro campionato. Anzi, decisamente più forte di quel Napoli di Mazzarri, tant'è vero che ieri ha creato più occasioni da gol di entrambe le ultime 2 volte in cui si è presentato al JStadium. Il problema di Benitez è stato però lo stesso trovato da Mazzarri le volte prima: la Juve. Una Juve devastante e incontenibile, in grado di tracimare il Napoli nella prima mezzora di gioco e che poi ha saputo gestire la partita a proprio piacimento nel resto della gara. L'ennesima grande prova di forza, di sagace intelligenza tattica del nostro allenatore ma soprattutto di piena maturità di questa squadra, in grado ormai di viaggiare a pieno regime e che riesce a sopperire con l'intera rosa anche ad assenze importanti. Mi riferisco ad Ogbonna e Isla, in grado di timbrare entrambi una prova più che positiva. Per non parlare poi di chi la prestazione la fa sempre ad alti livelli. Pirlo Andrea da Brescia su tutti. E meno male che si diceva "non è più in grado di giocare 2 partite di fila"...ancora una volta Andrea ha smentito tutti: migliore in campo contro il Real, the best assoluto contro il Napoli. Chapeau! Prima di pensare a sostituirlo con Verratti ci penserei su almeno per tutto il prossimo biennio (perché rinnoverà sicuro). Dopodiché onore a quel carroarmato di Tevez e ad un Llorente sempre più incisivo e decisivo. Aggiungiamoci poi un Barzagli monumentale, un ottimo Bonucci, un Asamoah impeccabile e un Pogba delizioso e IN-CE-DI-BI-LE (spero che in presidenza lo abbiano capito). Un po' sottotono Arturone Vidal, che si è divorato pure un gol fatto (non è da lui) ma può capitare. E di Buffon, che persino tanti juventini vorrebbero mandare al macero, vogliamo dire qualcosa? Meno male che ce l'abbiamo, percHè a dire no ad Insigne c'ha pensato lui almeno un paio di volte. Questa è la Juve che ci piace, rutilante e vorace, in grado di mandare in apnea gli avversari e di addomesticarli, impedendogli di farle del male. Una Juve attenta, concentrata, sempre sul pezzo, capace per la quarta partita di fila (in campionato) di non subire gol. I 4 schiaffoni di Firenze fanno ancora male, però ci hanno restituito la Juve vincente e tosta che conoscevamo. Quanto poi ai 21 cm di fuorigioco di Llorente, tra l'altro girato di spalle al momento dell'offside, li giudico INSIGNIFICANTI e non sporcano minimamente prestazione e risultato finale. Solo nel primo tempo avremmo dovuto segnarne un altro paio di gol oltre a quello di Llorente. Capisco però che parlare male della Juve sia una ragione di vita per tanti (media in primis) e quindi me ne faccio una ragione e mi godo lo stesso questa fantastica vittoria, guardando la classifica e tirando già per la coda i lupacchiotti. Cosa vi dicevo? Il campionato finisce il 18 maggio, non il 30 ottobre.. Grazie Berardi!
CR7 + Bale. La differenza tra noi e il Real Madrid è tutta qui. Se anche la Juve disponesse di un paio di giocatori non dico simili a questi ma della medesima caratura tecnica, avrebbe vinto lei la partita. Il Real gioca di gran lunga meno bene di noi, però possiede in rosa delle indvidualità tali da poter cambiare il corso di una gara in un attimo. Ieri la Juve ha giocato un primo tempo straordinario, da annilichire i Galaticticos, poi sono bastati un errore difensivo e un numero del gallese per ribaltare un match che avevamo in mano e non meritavamo di perdere. Abbiamo però avuto la forza di riprenderci dopo quegl 8 minuti d'evidente sbandamento e di riacciufare il risultato, rischiando poi pure di vincere. Ce lo saremmo meritato.Soprattutto perché abbiamo dimostrato, per la sconda volta, di potercela giocare a viso aperto col Real. E i numeri della gara parlano chiaro: 14 tiri noi contro 12 loro, di questi 9 in porta contro 4, 7 corner noi 3 loro, 1 parata Buffon 7 Casillas (i miracoli su Marchisio hanno salvato la girba ai merengues). I ragazzi hanno dato tutto, e vanno elogiati uno per uno. Anche Martìn, nonostante quell'errore madornale dal quale è scaturito il pari di Ronaldo (francamente, da uno come lui una palla regalata in quel modo, in quella zona del campo, non mo lo sarei mai aspettato) : Caceres si è riscattato col preciso cross per il gol di Llorente. A proposito, visto il "bidone" basco? Se un centravanti si misura da quanti gol fa e A CHI li fa, bhè ..lui ha segnato al Real all'andata e al ritorno. Resta sempre un pacco? Mah.. In sintesi: è stata una partita bellissima, giocata a ritmi intensi e con continui ribaltamenti di fronte. Un autentico inno al calcio. La Juve ha la sua forza nel collettivo, il Real nella qualità dei singoli. Pure Ronaldo, a fine gara, ci ha fatto i complimenti: "La Juve è una squadra fantastica". Ed ha ragione: nonostante il 2-2 ieri sera ho visto una grande Juve che arriverà seconda nel girone e passerà il turno. Perché se lo merita, è più forte del Galatasaray e gioca un gran calcio , uno dei migliori d'Europa. IL 2-2 lascia del rammarico per ciò che poteva essere e non è stato però dice anche che in Champions questa Juve ci può stare eccome. Non la vincerà perché non è ancora pronta, ma è decisamente meglio di quella eliminata l'anno scorso dal Bayern. Grazie ragazzi, non mollate perché gli Ottavi sono più vicini di quanto la classifica possa far credere.
CI HANNO FATTI VIOLA
Talmente incredibile da non sembrar vero. Già nel 2008 dovetti assistere, a Torino, ad una clamorosa rimonta viola da 2-1 per noi a 2-3 per loro, ma quella di ieri al Franchi è stata ancora peggio. Decisamente peggio, roba da non credere ai propri occhi, roba che Urania potrebbe uscire con un numero speciale. Solo una squadra di polli, una squadra di sprovveduti senza un minimo d'esperienza poteva infatti farsi raggiungere e superare in un quarto d'ora (tre pere in 5 minuti). Il tutto dopo essere stati in vantaggio 0-2 per 66 minuti. Non se la sanno spiegare i giocatori (ed è grave), non se la spiega Conte. Che però qualche sospetto, conoscendo i suoi giocatori troppo bene, lo ha avuto, ed è sempre lo stesso: appagamento. O chiamala se vuoi deconcentrazione, rilassatezza, calo di tensione, dormita, black-out. Non è la prima volta che capita, ma stavolta è stata davvero grave. La serie di errori/orrori messa in fila dal 66° minuto all'81° finora non si era mai vista: palloni regalati agli avversari, pessima disposizione in fase difensiva, giocatori dimenticati. La sagra delle (scusate) puttanate. Inammissibil per una squadra campione d'Italia per 2 anni di fila. A meno che, come sostiene sempre Conte, qualcuno - tra i giocatori, così come nel resto dell'ambiente - non si sia montato la testa e dia tutto per scontato, per facile, per automatico. Siccome si è vinto per 2 anni di fila,non si può non vincere ancora perché tanto non ce n'è come noi. SBA-GLIA-TO ! Ci sono club che si sono rinforzati ed hanno più voglia, più fame. Del calo di tensione Conte se n'era accorto già il 5 maggio 2013, il giorno della conquista del 2° tricolore. Anzichè celebrare il trionfo, vi ricordate cosa disse? " Ora devo capire chi ha ancora voglia e chi no". Campanello d'allarme. Probabilmente, quest'estate, andava sostituito qualche giocatore in più. Invece i satolli, quelli con la pancia piena sono rimasti quasi tutti, e adesso danno meno di ciò che potrebbero e dovrebbero dare. IL "qualcuno si deve svegliare" Conte lo ha detto pure nel'ultima conferenza stampa, prima di scendere proprio a Firenze. E forse non lo aveva pronunciato a caso. Perché, ripeto, non si può controllare in maniera quasi perfetta una partita per 66 minuti e poi sbracare in questo modo disumano. Non è da grande squadra, non è da squadra che può rivincere uno scudetto. E , per favore, non attacchiamoci all'arbitraggio di Rizzoli, anche se è stato pessimo in linea generale, o alla semi miopia di Buffon. Non cerchiamo alibi inutili. Quando vinci 0-2, anche se ti danno un rigore contro abbastanza generoso, non puoi capitolare in questo modo. Se sei la migliore squadra italiana l'1-2 lo porti a casa comunque. La verità è che, probabilmente, non lo siamo più.

La crisi non esiste. La crisi juventina è un'invenzione dei "nemici". O come ho sentito dire ieri in tv "questa Juventus ha una marcia in meno rispetto a quella degli anni scorsi". Falso! Una squadra che prende gol dopo 23 secondi, risistema la partita in 18 minuti e la vince nettamente dopo 75' non è di sicuro una squadra con "una marcia in meno" ma semmai con una marcia in più rispetto a tante avversarie. Anche perché non è la prima volta che capita e che mette in atto rimonte con un gioco feroce. Piuttosto è una squadra troppo distratta rispetto alle Juventus precedenti, questo si. Perchè non è normale e non è ammissibile prendere gol dopo 23 secondi di gioco , col rischio di compromettere un'intera partita. Ed è pure la 6° volta ,su 7 gare, che andiamo sotto: non-va-be-ne. Così come non è normale farti fare il secondo gol a tempo regolamentare praticamente scaduto per la voglia di strafare di un tuo giocatore (Pogba voleva fare il fighetto in mezzo a 3 avversari, ha perso palla e Muntari ha risegnato). Perdonate il linguaggio, ma queste cazzate una grande squadra non le fa, e noi ultimamene ne facciamo un po' troppe. Motivo: scarsa concentrazione ed eccessiva leggerezza. Ripeto, non è la prima volta. Inoltre, prendiamo troppi gol: in 7 partite, ne abbiamo già incassati 6. Troppi. La Roma 1 solo. E noi sappiamo bene che i campionati li vincono le squadre con i reparti difensivi più solidi. Una registrata, ma di quelle tipo "tagliando auto", è necessaria oltre che urgente. Che il Milan ci avrebbe complicato la vita più del dovuto, e del prevedibile, me lo aspettavo: contro di noi decuplicano sempre le forze, sia che siano in formazione tipo sia che se la vengano a giocare con qualche defezione. E pure stavolta se la sono giocata fino alla fine, seppur di occasioni vere ne hanno create in tutte 4 (compresi i 2 gol). La superiorità bianconera è sancita pure dai numeri: 14 tiri contro 8, 9 angoli contro 5, 55% di possesso palla. L'assenza di Lichtsteiner si è fatta sentire a destra, nonostante l'impegno di Padoin, Pirlo ha stragiocato, Marchisio cresce, Vidal e Asa meno incisivi del solito ma cmq vivi, molto mobili Tevez e i Quaglia, della difesa ho già detto. Su Giovinco ha avuto ragione Conte: cambio azzeccato col Quaglia e gol decisivo, tra l'altro pure di ottima fattura (ha controllato alla grande e seduto Zapata). Che io ricordi, è il primo gol importante e in grado di decidere una partita della Formica. Speriamo continui così. Dettagli: ci avrebbero dovuto dare 2 rigori (Constant su Tevez; Mexes su Chiellini) e Mexex avrebbe dovuto essere espulso ancor prima del 75' minuto per il cazzotto a Chiello, ma va bene così. Vedrete comunque che i giornali non dedicheranno granchè spazio a questi errori di Rocchi pro-Milan. Sempre a proposto di episodi, Bonucci avrebbe dovuto evitare di appoggiare la faccia su Robinho, certe cose le fanno solo i gradassi, e non va bene, anche perché ora rischia prova-tv e squalifica. Tralascio sulla sceneggiata successivi di Robinho, a dir poco comica. Prova -tv che, mi auguro, venga utilizzata pure su Mexes per il cazzotto proditorio tirato al Chiello su quel calcio d'angolo, dopo averlo pure tirato per la maglia. Il francese non è nuovo a queste bravate e sarebbe ora che che pagasse con una squalifica esemplare, perchè il suo non è calcio bensì lotta libera. Che Allegri poi lo difenda è altrettanto grave. Con questa sul Milan, sono 6 vittorie e 1 pareggio su 7 partite. Totale: 19 punti, proprio come la scorsa stagione. Siamo in crisi? Non mi pare. Anzi, la Juve c'è ed è pronta ad andare alla caccia dell'ottima Roma. Sarà un campionato duro, ma noi ci siamo. Altri no. Ma tanto Galliani ora dirà che il campionato inizia ufficialmente dopo la prossima sosta per le qualificazioni-mondiali.

Dopo un pareggio "sciocco" come quello di ieri sera ti viene da pensare di tutto: quella attuale è ancora una Juve vincente? hanno capito tutti come giochiamo e siamo diventati prevedibili? sarà una stagione povera di soddisfazioni? I pensieri negativi, ineviabilmente, ti assalgono. Perché per la 5 volta nelle ultime 6 partite siamo andati sotto e abbiamo dovuto rimontare. Perché in difesa commettiamo spesso ingenuità imbarazzanti. Perché siamo spesso molli e indolenti, e abbiamo bisogno sempre di un ceffone per tornare ad essere "cattivi". Perché la rosa - seppur di ottimo livello - sembra orfana di qualcosa (esterni di livello, ndr) e di sicuro non ancora competitiva per la Champions. Un esempio? Togli Lichsteiner, metti Isla e la differenza è evidente. Eppoi, come al solito e come sempre, creiamo tanto ma concretizziamo poco. E quando ci riusciamo, roviniamo tutto con sciocchezze disumane in fase difensiva. Vero: concediamo poco. Ma in quel "poco" i nostri avversari ci costruiscono le loro partite. Vedi ieri sera i turchi. 4 tiri in tutto, 2 in porta, 2 gol. Vi sembra normale? Vi sembra da squadra che vorrebbe migliorare il suo ottavo posto in Champions della scorsa stagione? Per il primo gol di Drogba ringraziamo la mollezza con cui Bonucci appoggia indietro il pallone a Buffon. Per il secondo di Bulut, la farraginosità dell'intero reparto, con la testa ancora a far festa e sicuri di aver messo sotto chiave la partita. Due errori non da Juve di Conte. Non vorrei che qualcuno si sia montato la testa da credersi infallibile. Antonio, per piacere, provvedi tu a farli tornare sulla terra. Come nasce questo , ribadisco, "sciocco" 2-2 ? Da un primo tempo pessimo, giocato un po' svogliato e molto sotto tono, pieno di imprecisioni e scarsa intensità. Mancini la Juve, purtroppo, l'ha seguita e la conosce bene e in 2 gg di panchina si è preoccupato di allestire una squadra corta, compatta e stretta, che concedesse pochissimo. Una specie di Hellas Verona, o di Chievo, o di Toro, tanto per dare un'idea. In pratica, non se l'è giocata a viso aperto manco lui, e da perfetto allenatore italiota ha preparato un bel catenaccio. E noi, quando ci troviamo davanti i muri avversari, diventiamo scontati. Zero spazi? Zero inserimenti in area, zero fraseggi, zero palla veloce. Nel secondo tempo, invece, abbiamo ripreso a giocare con maggiore velocità, più intensità e sono arrivati pareggio e raddoppio. La mossa Llorente per Bonucci, tenendo larghi sulle ali Carlos e Quaglia ha apportato gran giovamento alla manovra e aggiunto pericolosità. Prego poi i milanisti di non menarmela col rigore, sforzandosi in tutti i modi di paragonarlo al regalo dato loro ad Amsterdam, perché il paragone non regge: qui almeno c'è un avversario che mette la gamba in mezzo a quelle del Quaglia e urta col ginocchio quello del nostro giocatore. Quindi, abbiate almeno il buon gusto di lasciate perdere. Pur avendo fatto la partita, pur avendo schiacciato i turchi nella propria area, abbiamo tirato in porta solo tre volte su 17 tiri totali. Tiri spesso arrivati da fuori, considerata l'impossibilità di valicare o aggirare il bunker ottomano. Mettici poi la sfiga di perdere Vucinic e Lichtsteiner, e di avere in campo un Pogba un po' appannatello, un Pirlo in versione non-deluxe e un Tevez meno carroarmato del solito e ti ritrovi a fare una fatica bestia per oltre 45 minuti a cercare di agguantare il pari, e poi altri 15 per provare a vincerle. E il bello è che, nonostante tutto questo, ci riesci pure. Però rovini di nuovo tutto in 1 minuto. Alla fine ti viene da urlare solo una frase: TESTE DI K!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E da chiederti: ma non possiamo inventarci qualcosa di nuovo per spiazzare gli avversari? Conte ci ha prontamente risposto: "Non ho uomini per poter fare il 433, o meglio, c'è Pepe ma è indisponibile e Isla e Licht non posso usarli da ali". Ora, qualcuno avrà finalmente capito che quando rimpiageva Matri e Giaccherini voleva dirci in codce "sono stati sacrificati questi, ma gli esterni che ho chiesto non me li hanno presi". Quanto alle nostre chance di passare il turno, dipenderà tutto da quanto saremo bravi a fare punti col Real.
DERBY 137: VITTORIA MERITATISSIMA; CRITICHE IN OFFSIDE
Il derby della Mole n° 137 (in A) non l'ha vinto la squadra più fortunata grazie ad un regalo dell'assistente di linea, bensì la squadra che più dell'altra se l'é meritato di vincere. E non si può paragonare nemmeno il fuorigioco di oggi col gol regolare di Paloschi contro il Chievo, perché é come paragonare una mosca con un elefante. Azione velocissima, troppi giocatori in area, visuale del guardalinee impallata: tutti gli occhi di falco che - grazie alla moviola - ieri si sono indignati e hanno ricominciato a tirarci M addosso per questo gol convalidato, si iscrivano al "corso per guardalinee" di Coverciano dopodiché vadano loro a sbandierare i fuorigioco. Sono tutti fenomeni davanti al televisore di casa o al monitor di studio! Il gol di Pogba andava annullato, certo, ma se persino Ventura ha ammesso che solo dopo la segnalazione di qualche cronista ha saputo che era irregolare, dimostra come quel fuorigioco non fosse poi così facile da vedere. Eppoi, mettiamo in dubbio la vittoria della Juve di fronte a numeri inequivocabili ? In 90 minuti il Toro non è riuscito a fare 1 solo tiro in porta, non ha creato una sola vera occasione da gol, non ha mai messo in apprensione la retroguardia bianconera. La Juventus ha tirato 17 volte e 8 nello specchio della porta, l'indice di pericolosità dei suoi tiri è stata pari al 59.2 % contro il solo 22.8 del Torino. Gli angoli 8 a 2 per noi, il possesso palla 53 contro 47% ancora per noi. Solo chi prova fastidio per la vittoria della Juve può dare sfogo a polemiche pretestuose e senza senso, negando l'evidenza: la Juve ha meritato di vincere.. Come ha ben detto Tevez, il segno dei tacchetti di Immobile sulla caviglia di Carlitos dimostrano come l'arbitraggio di ieri "sia stato tutto a nostro favore": il Toro avrebbe dovuto finire in 10 già alla fine del primo tempo e , nel secondo, in 9 dopo il pugno proditorio di Meggiorini sulla schiena di Marchisio. Pure queste sono "valutazioni sbagliate" dell'arbitro, come al solito però - siccome sarebbero andate a favore della Juve - non contano, e vengono minimizzate. Il solito, antipatico, dejà-vu. Pure Pogba andava espulso? Proprio la foto pubblicata sul sito granata dimostra come il piede del giocatore non prenda in piede del'avversario, ma si allunghi per cercare di colpire il pallone. Il fallo c'è, ma non è da rosso. La mia valutazione è partigiana? Nè più meno come quella del sito ufficiale del Toro, che non può fare giurisdizione. 1-1 e palla al centro. Quanto al fuorigioco: 1. non era così macroscopico (c'era una tale ressa in area da impallare la visione del guardalinee) 2. Tevez viene trattenuto da un difensore granata, ma nessuno lo dice. Il fuorigioco c'è, ma c'è anche ualcuno che a Carlitos lo spinge in fuorigioco..tuto regolare? Giudizio sulla squadra: gioco non particolarmente esaltante, ma concentrazione e impegno ai massimi livelli. I ragazzi hanno chiuso il Toro nella sua metàcampo e da lì l'hanno fatto uscire raramente. Siamo poco spettacolari perché stiamo dosando le forze: la stagione è lunga e vogliamo arrivare belli tonici alla prossima primavera. C'è apprensione per Carlitos, che rischia di saltare il Galatasaray per il ricordino di Immobile sulla caviglia destra. Essendo riuscito a giocare ieri praticamente tutta la partita (è uscito solo a 5 minuti dala fne) può essere che ce la faccia.
UNA PARTITA CON MOLTA JHELLAS
Risultato ancora una volta bugiardo. Abbiamo vinto, vero, ma non doveva finire come minimo 4-1 per noi. Aggiungete alle 2 reti, pure il doppio palo di Tevez e la palla di Pogba respinta sulla linea e sarebbero state quattro. Senza contare poi la serie interminabili di azioni da rete create nel corso della partita. E' stato un autentico bombardamento (seppur con qualche colpo a vuoto): 17 tiri in porta, 27 totali, contro 1. Si, uno, il gol di Cacciatore, arrivato nell'unico momento in cui abbiamo lasciato giocare il Verona e gli abbiamo permesso di mettere la testa fuori dall'area. Perchè, è vero, hanno giocato in 11 davanti alla linea della propria area, e quando si trovano difese così chiuse la fatica è tripla e pure un apriscatole come Tevez trova duro. Ciò nonostante, Carlitos ha giocato una partita straordinaria lo stesso e avrebbe meritato di chiuderla con almeno un doppietta: pallone sempre attaccato ai piedi e che sa difendere come pochi, dribbling in velocità, serpentine in mezzo a nugoli di avversari, assist, tiri, gol. Era finito, vero? Ne avessimo altri 2 in squadra di giocatori fantastici come lui ci giocheremmo la Champions alla pari con le grandi d'Europa. Eppoi ieri il palcoscenico se l'è preso pure Llorente e sono strafelice per lui: debutto con gol decisivo. Meglio di così.. Realizzato con una specialità della casa: il colpo di testa. Bello, secco, nell'angolino, da vero specialista. Bravo Nando! Gli gioverà al morale e gli infoderà più sicurezza. Mi è piaciuto pure come ha dialogato con Tevez e gli altri compagni. A fine partita lui stesso ha ammneso "devo ancora raggiungere il top della forma", il che giustifica il suo scarso utilizzo finora da parte di Conte, che ieri lo ha lasciato in campo 70 minuti e poi ha inserito un Vucinic nervosissimo (a Mirko secca stare in panchina, e poi entra il campo e fa pirlate: ha rischiato il rosso per proteste inutili). Di una cosa siamo, spero, tutti d'accordo: uno che alla prima partita entra e te la fa vincere e che, col gol di ieri, ha portato il proprio score personale di reti segnate a 135 centri un bidone non è si sicuro. Ringrazio infine Ruiu per averlo battezzato "il flop dell'anno". Ci azzecca sempre!. Ho visto in ripresa pure Isla ma può fare meglio, mentre Asamoah sull'altra fascia ha avuto poblemi a saltare l'uomo (era sempre costretto ad accentrarsi anzichè puntare il fondo e crossare).Vidal solito guerriero, Pogba sfigato: meritava la rete. Mi è piaciuta molto la reazione rabbiosa dopo la rete regalata al Verona in una nostra, volontaria (e inconcepibile) pausa di gioco: in 10 minuti abbiamo ribaltato il risulato e richiato pure di fare il terzo. Che avremmo meritato nella ripresa con Pogba (traversa) e Giovinco (a tu per tu con Rafael), ma il muro scaligero è stato cementato bene da Mandorlini. E un po' pure noi abbiamo tirato il freno. Le note negative. Per la terza volta di fila - Inter/Copenaghen/ Verona - siamo andati sotto e poi abbiamo rimesso a posto le cose. Due stagioni fa non ci capitava mai, l'anno scorso raramente, in questa stagione capita un po' troppo spesso. Dobbiamo prendere le dovute precauzioni, soprattutto non dobbiamo avere cali di tensione (com'è accaduto ieri nel 1° tempo). Pirlo non mi è piaciuto, resto dell'idea che vada preservato di più facendolo giocare meno, ma possiamo farne a meno? Dietro abbiamo già incassato 4 gol in 5 partite (4 in campionato + 1 in Champions) . Troppe per i miei gusti. Ieri su alcune ripartenze veronesi abbiamo chiuso con un po' d'affanno. In sintesi: buona partita, risultato bugiardo ma Juve non perfettissima. Conte, pensaci tu. Anche perché la concorrenza è agguerritissima.

ALTRI 4 SCHIAFFONI A LOTIRCHIO

E' vero, non bisogna esaltarsi perché siamo solo alla 2° di campionato, però lasciatemelo dire: la Juventus vista contro la Lazio è stata, per lunghi tratti della gara, esaltante di suo. Ovviamente, i soliti detrattori, hanno rimarcato pure stavolta - come dopo la Supercoppa - la pochezza della Lazio, ma non è così: non è stata una Lazio troppo debole, è stata una Juve troppo forte. Una squadra che gioca nettamente meglio della passata stagione e che sta, poco per volta, entrando in condizione. I quattro gol coi quali abbiamo inpallinto pure stavolta gli aquilotti sono state 4 opere d'arte, per il modo in cui sono stati costruiti. Tutti con giocate di prima e passaggi precisi. Una delizia per gli occhi vederli e rivederli. Eppoi il gioco: armonico, corale, migliore persino del tikataka del Barca di Guardiola. Un'orchestra con tutti gli strumenti accordati alla perfezione e con un grande direttore (Conte). Un inno alla gioia. Vidal in forma stratosferica, serve assist, riconquista palloni, segna 2 gol bellissimi. Assolutamente fantastico. Pogba, poi, è ormai una totale garanzia, si muove sul campo come un veterano, sforna numeri a go-go, aiuta la squadra, imposta. Che giocatore! Eppoi Carlitos...ahhhhhhh Carlitos, Carlitos ..mi raccomando, pronunciatelo bene, come raccomanda ai suoi Galliani quando nemmeno lo aveva preso. Tre reti in tre partite, una media da grandissimo giocatore. Per lui pure una traversa, nata da un combinazione perfetta con Vidal. Evviva il bollito argentino!!! Unica pecca della serata: abbiamo concesso troppi tiri da fuori alla Lazio. Ben 12, troppi. Sulla tre/quarti pressavamo poco, dobbiamo migliorare. Per la prima volta, in una gara in casa, gli avversari hanno tirato in generale più di noi : 17 volte contro le ns 11. E a furia di tirare il gol l'avevano pure trovato e riaperto momentaneamente la gara. Non va bene, e Buffon l'ha urlato spesso ai compagni che non chiudevano mai gli spazi. E non voglio nemmeno sentirli i soliti che ce l'hanno con Gigio, con la storia che è vecchio e imbolsito, perché su 17 tiri di cui 12 in porta ci sta che poi uno entri. Quando però vinci 4-1 sembra anche assurdo dover rimproverare una squadra pressoché perfetta in ogni reparto. Una squadra decisamente + forte di quella che ha vinto l'ultimo scudetto. Però, occhi ben aperti ugualmente: il Napoli non scherza. Ave Lotirchius, solliciti!

SUPERCOPPA: LOTITO BUGIARDO, LEGA ASSENTE.

Arriva sempre un momento in cui qualcuno dovrebbe dire "basta!" e riportare ogni diatrìba nell'alveo delle regole (quelle vere) e del rispetto reciproco, soprattutto quando si sbraca nelle offese personali e ci si arroga arbitrariamente la ragione. I media sulle querelle ci campano, e quindi non lo faranno mai, però la Lega Calcio avrebbe il dovere di farlo, considerato che la questione Supercoppa la riguarda direttamente. Se non ci riesce l'eterno dimissionario Berettta, ci provi almeno il vicepresidente Galliani, colui che secondo i giornali tutto sa e tutto può. Non vorremmo però che stavolta, siccome la questione non coinvolge il suo Milan, il Dottore/geometra se ne infischi o addirittura goda nel vedere Juve e Lazio litigare fra loro sul dove e quando disputare questa benedetta partita. O magari, chissà, parteggi pure per Lotito, membro dell'attuale consiglio di lega a differenza del suo eterno avversario Andrea Agnelli, e fargli saltare i nervi è sempre un piacere. Per la pura cronaca, ricordiamo che a sottoscrivere il contratto coi cinesi per l'appalto della finale di Supercoppa italiana a Pechino è stata proprio la Lega, la quale tira su da questo evento 500mila euro. I restanti 3 milioni vengono invece suddivisi tra le 2 finaliste. Il contratto prevedeva la disputa di 3 edizioni della Coppa in 4 anni: finora ne sono state giocate 3, ne manca quindi solo più una. La si poteva giocare quest'anno, così come l'anno prossimo. Accordo quindi pienamente rispettato, aldilà di ciò che sta invece raccontando da settimane Lotito, arrivato adesso persino a minacciare denunce per danni "alla Juventus e a chi è responsabile di questa storia", ma il suo unico bersaglio resta il club bianconero. Colpevole, secondo lui, di impedigli di guadagnare il cachet pattuito. Non solo, anche il milione di euro che avrebbe potuto tirare su da una tourné in Sudamerica alla quale ha rinunciato proprio per poter giocare la finale a Pechino. Allora, considerato che la Juventus aveva comunicato fin dal'8 marzo scorso la propria indisponibilità a giocare a Pechino questa edizione di Supercoppa, in 4 mesi si sarebbe potuta trovare comodamente una sede alternativa, e la Lega non l'ha fatto. La Lazio, da parte sua, avrebbe potuto comunque organizzarsi il proprio tour sudamericano, costringendo così il governo del calcio italiano (di cui Lotito è esponente) a decidere cosa fare. Si è invece arivato a metà giugno senza aver preso ancora una decisione, con Lotito che sbraita contro la Juve e nessuno che gli ordina di piantarla. Perché tanto è convenzione comune che prendersela con quelli di Torino non solo è normale - vedi Della Valle - ma pure lecito. Come se la Juventus non facesse parte anch'essa della Lega Calcio, tanto quanto la Lazio. La Juventus è inoltre la squadra campione d'Italia e, quindi, spetterebbe a lei - e non al club vincitore della Coppa Italia - di esprimere in primis l'eventuale gradimento sulla location della prossima finale, tenendo presente che per parecchie edizioni è stata disputata in casa della squadra vincitrice del campionato. Delle regole, o comunque delle convenzioni, esistono ma Lotito si ostina a anteporre solo quelle che fanno comodo a lui, per giunta farcendole di insulti e minacce. A Lotito interessa poco dove e quando giocare, il suo unico interesse sono quei 1.5 milioni da incassare. Soldi che, gli andrebbe ricordato, non incasserà nemmeno la Juventus, disponibile invece ad organizzare la partita altrove , magari con uno sponsor che garantisca se non la stessa cifra dei cinesi almeno un incasso interessante per entrambi. Il presidente della Lazio urla e si indigna anzichè cercare un accordo con la Juventus. Ha detto persino di non voler parlare con Agnelli, che gli potrà stare pure antipatico ma che è comunque presidente del club col quale dovrà giocare questa partita. In poche parole, ha ragione lui. Stop. I media gongolano, la Lega tace e non decide, Lotito continua a sbraitare. W l'Italia.

Quando i gentiluomini si dimenticano dei patti

di Marcello Chirico
La memoria corta è uno dei tanti difetti della stampa sportiva, la quale ricorda solo ciò che gli interessa ricordare ma - quando invece dovrebbe fungere da Data Base per l'opinione pubblica - spesso dimentica ciò che lei stessa aveva scritto. Come in quel novembre 2011, data in cui si consumò il rinnovo contrattuale di Stefan Jovetic con la Fiorentina. Dopo mesi di incontri e trattative col suo procuratore Ramadani, tra bozze di contratto rivedute e corrette e persino qualche frizione tra le parti, si raggiunse un accordo. Jovetic voleva restare in viola, ma senza esserne ingabbiato come invece avrebbero desiderato i Tods-boys, ovvero Diego e Andrea Della Valle. Quindi, rinnovo fino al 2016 ma senza condizioni capestro,e quindi clausole rescissorie e chicchessia. Un normale prolungamento,privo di catenacci e lucchetti. Il desiderio dei Tods boys era invece quello non soltanto di restare padroni del cartellino del giocatore per altri 5 anni (mica poco) ma anche poter contare su una rendita sicura e cospicua in caso di cessione: 35 milioni di euro. Ramadani la ritenne troppo elevata e minacciò di non far firmare JoJo. Si ricominciò tutto da capo, si riscrisse un altro contratto col quale si sanciva un compromesso: quei 35 milioni sarebbero stati richiesti al club interessato al giocatore soltanto - udite bene - nel caso i cui la Viola avessero raggiunto la qualificazione in Champions League. In caso contrario, si sarebbe intavolata una normale trattativa di mercato, basata su una comunque congrua richiesta di denaro ma che non avrebbe precluso l'eventuale inserimento di contropartite tecniche (leggi= giocatori graditi alla Fiorentina). Tutto questo per agevolare il trasferimento del giocatore, magari desideroso di provare esperienze altrove. Senza preclusioni di sorta verso nessuno. Il classico "patto tra gentiluomini", tra l'altro firmato e controfirmato. Un patto che, a quanto pare, 2 anni dopo viene completamente disatteso. C'è un giocatore che vuole andare via, un club che lo richiede e per il quale Jovetic ha espresso il proprio gradimento, una qualificazione all'Europa League che non dovrebbe impedire alcun tipo di trasferimento. Ma questo non avviene. Di più: non più tardi di un anno fa, agosto 2012, gli stessi signori promisero a Jovetic di lasciarlo andar via l'estate successiva - ovvero questa - impedendogli di fatto il passaggio alla Juventus già nell'ultima stagione. E Jovetic accettò. Adesso chiede semplicemente il rispetto d quel patto e di quella promessa, con tanto di ringraziamento pubblico ai Della Valle di quanto gli è stato offerto a Firenze, e invece viene multato e blindato. Trenta milioni cash oppure non parte. IL tutto condito con un bel po' di offese alla famiglia Agnelli. A questo punto, ditemi: chi sono gli scorretti? E spiegatemi anche, perchè la stampa di tutto questo non parla?

TOD'S BOYS DITELO: "ODIAMO GLI AGNELLI!"

Non c'entra affatto l'intervista rilasciata da Jovetic al Gazzettiere, così come non c'entra nulla la storica avversità di Firenze verso noi gobbi. Andando ancora più indietro, non c'entra nemmeno niente il caso Berbatov della scorsa estate. Nell'irrigidimento dei Tod's Boys, Diego e Andre Della Valle, sulla vicenda Jo-Jo c'è ben altro che col calcio c'entra come i cavoli a merenda. Siamo ad un livello più alto, fatto di interessi finanziari, potere economico e sgarbi nelle stanze che contano. Rizzoli-Corsera in primis, da dove i T-Bos sono stati estromessi per esplicita richiesta degli Agnelli. Siccome quando entri nel gotha imprenditoriale mnondiale poi il tuo potere lo vuoi consolidare e semmai accrescere, se qualcuno non ti vuole tra i piedi e usa il proprio di potere per cacciarti da qualche cda che conta, un po' di fastidio ti da. Ecco, i Della Valle in quest momento sono offesi e non fanno proprio nulla per disimulare il proprio risentimento verso John Elkann e parenti stretti. Si va dalle offese personali pronunciate in tutti i talk show tv ai quali partecipano fino al calcio. Caso vuole che alla Juventus interessi un giocatore di loro proprietà, il quale - a sua volta - vorrebbe lasciare Firenze per venirsene a Torino, e lo ha pure detto. con la dirigenza bianconera Jovetic si è già accordato: stipendio attuale aumentato del 50% e 4 anni di contratto.Gli è stato chiesto di forzare la situazione, e lui l'ha fatto. I T-Boys si sono imbestialiti e minacciato la gogna al giocatore per essersi permesso tanto. Ma non esisteva una promessa tra le parti per la quale a giugno 2013 Jovetic avrebe potuto andarsene dove voleva? Col prezzo del cartellino, ovviamente, stabilito dalla società. Forse Diego& Andrea avrebbero porò dovuto essere chiari col montenegrino dicendogli che lo avrebbero lasciato andare ovunque, escluso in direzione Torino. Perché lo scoglio è tutto lì: JoJo sarebbe già partito se a richiederlo fosero stati altri club, ma non la Juve. E quindi gli odiati Agnelli. Però, come Jovetic si è dichiarato pro-Juve, pure i T-boys dicano come stanno veramente le cose e abbiano il coraggio di ammettere che non vogliono intrattenere rapporti di alcun tipo con la famiglia Agnelli, perché la detestano. Lo dicano e vendano Jovetic a chi vogliano, sempre che riescano a trovarein giro un pazzo che gli paghi 30 milioni il cartellino. Prezzo che persin Jovetic ha detto di ritenere eccessivo, e con piena ragione: sono più le volte che passa dalle infermerie eche quelle in cui gioca.

SUPERCOPPA, LE REGOLE DI LOTITO

Dove si giocherà la prossima finale di supercoppa italiana fra Juventus e Lazio? Bhoooo... ancora non si sa. Il bello del calcio è l’imprevedibilità, il brutto è invece rappresentato dalla Lega Calcio e i suoi massimi (o minimi) dirigenti. Tra questi Claudio Lotito, presidente della Lazio e membro del consiglio di Lega. Tra una citazione in latino e n’altra in romanesco, Lotty s’è imbufalito con la Juventus e dettato regole che non esistono. Lo Titus dixit: “ Il contratto coi cinesi va rispettato, prevede che si giochi a Pechino e lì andremo. Se fai parte di un’associazione devi rispettare le regole, altrimenti la Lega perde di credibilità. La Juve vuole andare in Usa e mandare la primavera a Pechino? Ci sta il 3-0 a tavolino per noi”. Hai capito, Juve? Peccato che la storia non stia proprio così: non è obbligatorio andare a giocare per forza in Cina, il contratto coi cinesi prevede infatti che entro il 2014 si disputino almeno 3 edizioni della Supercoppa nel niǎocháo (nido d’uccello, ndr) con la possibilità di procrastinare al 2015 o 2016 la quarta. Che sarebbe appunto questa, tra Juve e Lazio. La Juventus ha comunicato già l’8 marzo scorso alla Lega che quest’anno non avrebbe rinunciato a disputare ad agosto un torneo in Usa, già fattole saltare la scorsa stagione (4 milioni di euro l’incasso) e quindi di prevedere un’altra sede dove giocare la Supercoppa. Risposte? Nessuna, ma non è una novità. Tanto per ribadire la propria serietà, la Lega del presidente Beretta (dimissionario) e del suo vice Galliani (super operativo) avrebbe dovuto comunicare ai cinesi entro il 3 giugno scorso cosa fare, se disputare la partita ancora a Pechino o altrove. Sapete quando si sono riuniti? Nel pomeriggio del 3 giugno, per non decidere nulla. Uno spot all’efficienza e alla serietà di chi gestisce la Serie A. A proposito poi di “regole”, forse Lotty non sa che questa coppa dovrebbe disputarsi in casa della squadra campione d’Italia e non della detentrice di Coppa Italia, e nel caso non fosse possibile, sempre il club campione d’Italia avrebbe diritto di esprimere il proprio gradimento sulla sede alternativa. Lo sapeva questo Lotito? Probabilmente no, però i suoi amici Beretta e Galliani avrebbero potuto ricordarglielo. Inoltre, quando Lotty parla di regole, queste – se esistono – dovrebbe rispettarle purelui,, così come tutele e garanzie dovrebbero averle sia la sua Lazio ma anche la nostra Juventus, visto che dell’associazione a cui fa riferimento Lotito ne fa parte pure il nostro club ma spesso in tanti se lo dimenticano.. Infine: dovessimo romperci davvero i cosiddetti e mandare a Pechino la primavera, può spiegarci Lotito perché dovremmo perdere a tavolino quella partita? Ci battano 3-0 sul campo, se ci riescono, troppo comodo richiedere sempre “tavolini” ogni qual volta ci sia di mezzo qualcosa da portar via alla Juve.

IBRA, PERCHE’ NON LO VOGLIO

Marcello Chirico Dei mal di pancia di Ibrahimovic me ne frego altamente. Si prenda del Maalox (è sponsor del Milan: chiami il suo amico Galliani e se ne faccia mandare delle confezioni) oppure si prenda un bel purgante, e quando pensa di venirselo a curare in Italia spero proprio che, alla fine, non opti per Torino. Sia chiaro: Zlatan è un grande giocatore, un toppissimo, un giocatore in grado di cambiarti le partite (in campionato, in Champions un po’ meno) dalle doti tecniche e balistiche eccelse. Quanti anni ha? Va per i 32. Vero, non ha mai avuto infortuni gravi, però con l’usura del tempo potrebbe iniziare ad averne. Quanto guadagna? Uno sproposito, 15 milioni di euro. Dicono che sia disposto ad abbassarsi l’ingaggio, conoscendo lui e Raiola ci credo poco. Al massimo se lo decurterebbero fino a 8 milioni, e sarebbe ancora troppo alto per le casse juventine. Non si può fare, e non si farà. Eppoi, noi juventini non dimentichiamo il suo fastidio a restare con noi in serie B nel 2006, e soprattutto ciò che disse quando passò all’Inter (con la quale flirtava già da mesi, ammissione di Raiola su Telelombardia, ascoltata con le mie orecchie) “sono interista fin da piccolo”. Se vuole tornare in Italia, vada a MIlano e torni nel suo club del cuore. Personalmente, io sto col mio presidente Andrea Agnelli, che interrogato sul tema Ibra ha risposto nella maniera più chiara, laconica e definitiva possibile: no. Cristiano Ruiu continua a ripetermi invece che Zlatan tornerà alla Juve, aggiungendoci tutte le volte un “purtroppo” che sa di paura. Tranquillo Cri, tanto lo sai che non c’azzecchi mai A bocca aperta

JOVETIC, JUVETIC, JUVENTIC..BASTA PAROLE: PRENDIAMOLO!

di Marcello Chirico Per la seconda volta nella storia, da quando praticamente è diventato lui il padrone della Juve, sono d’accordo con John Elkann. Francamente, lo ritengo un evento. La prima era stata mesi fa, quando si espresse sul ritorno in bianconero di Ibrahimovic: “Appartiene al passato, non arriva”. Giusto, anche se il suo ritorno non pare del tutto scongiurato (Zlatan lo vogliono sia Nedved, sia Conte). La seconda è di questi giorni, e riguardava il trasferimento di Jovetic alla Juve: “Bisogna agire, non parlare. E’ forte, va preso senza fare troppe parole”. Esatto. Perché di fumo e chiacchiere sull’arrivo del montenegrino a Torino ne sono state fatte troppe. Non se ne fa che parlare, praticamente dal giorno successivo alla conquista matematica dello scudetto, e quindi dal 5 maggio. E’ trascorso quasi un mese e di Jovetic sappiamo che col suo procuratore avrebbero già trovato l’accordo con la dirigenza juventina, che ha rifiutato qualsiasi altra proposta arrivatagli dalla Premier, che la Juve avrebbe proposto alla Fiorentina (uso volutamente il condizionale visto che incontri, a tutt’oggi, con la Viola non ce ne sono stati) un catalogo ricchissimo di contropartite tecniche, lista che Montella avrebbe apprezzato...etc..etc.etc... però la realtà dice che il calciatore resta ancora,a tutti gli effetti, un componente della Fiorentina. Tutti gli indizi, le voci, i bisbigli e persino le battutine di Marotta (“Jovetic? Perché non Juventic”) portano il montenegrino in Savoia, ma di concreto non c’é ancora nulla. Per favore, che non finisca come per Aguero , Dzeko e Van Persie, almeno stavolta non illudeteci per poi non concludere nulla. Soprattutto dopo il quanto mai significativo intervento di Elkann: stop alle parole, andatelo a prendere. Una dichiarazione molto simile ad un ordine. Quindi Marotta, datti una mossa. Però pure tu Elkann, una mano gliela potresti anche dare tirando fuori la grana.
Sono juventino dalla nascita: fin da piccolissimo sono stato abituato a sentire quella parola, "Juve", pronunciata di continuo da mio papà e la leggenda chirichesca narra che fu quella la prima parola spiccicata dal sottoscritto quand'era ancora bebè, anzichè "mamma". Con inimmaginabile contentezza dell'interessata... Da piccolo ero affascinato dalle automobili, e infatti ne disegnavo in continuazione. E mi dicevo: da grande voglio fare l'ingegnere delle macchine. Ma ad affascinarmi ancora di più era il cinema, e infatti sognavo di fare l'attore. Adoravo recitare, e infatti a scuola o in chiesa mi chiamavano sempre per le recite. Vinsi pure dei premi. Però mio padre mi disse chiaro che "in quel mondo di drogati e puttane" non mi ci avrebbe mandato. Quindi, dovevo togliermi dalla testa scuole d'arte drammatica o simili. Fui costretto a cambiare obiettivi. Dirottai sul calcio e le telecronache. La mia trasmissione-cult era "tutto il calcio minuto per minuto", che poi rifacevo per conto mio giocando con le figurine Panini un campionato parallelo a quello reale. Diventato grandicello iniziai con le prime collaborazioni con giornali sportivi, spesso tagliavo da scuola per andare a portare i pezzi a "CALCIOFILM" un giornale diretto da Giorgio Gandolfi (giornalista de La Stampa) dedicato a Juve e Toro. Tenne per tutta la prima metà degli Anni 70, poi chiuse. Ma Galdolfi dirigeva anche un settimanale dedicato al baseball e mi fece collaborare pure a quello, mandandomi spesso a seguire partite o tornei. Entrai a tal punto in quel giro da diventare persino addetto stampa - pensa la combinazione - della JUVENTUS48, squadra di baseball torinese di serie A. Colori? Bianco e nero, manco a dirlo. Sembrava tagliata su misura per me. Purtroppo però il baseball è uno sport così poco seguito qui da noi in italia che quella squadra fallì per debiti. Riuscii a farmi assoldare come collaboratore a Tuttosport, dove però mi dissero subito di scordarmi il calcio, al massimo potevo dedicarmi al rugby. Per giunta, minore. Chiamasi "gavetta". E iniziai così a seguire le gesta del Rugby Club Torino, squadra di serie C. Colori? Bianco e nero. Praticamente un destino. Di assunzione, manco a parlarne. E mio padre iniziava a preoccuparsi: "Hai scelto una professione difficile" mi continuava a ripetere, e non aveva tutti i torti.Anche perchè a quei tempi non esistevano mini-lauree e stage, nelle redazioni si entrava solo grazie -chiamiamole così - alle buone referenze di qualcuno. E chiaramente quell'anima pia io non la incontrai mai. Adoravo Montanelli e mi proposi come collaboratore presso il suo giornale, dove iniziai una collaborazione. Sapete di cosa mi facevano scrivere? Di trattori, cucina, automobili, prodotti farmaceutici, arredamento. Di tutto un po', le cosidette "varie". Dopo 7 anni di collaborazioni di questo tipo, mi chiamarono a Milano e mi fecero un colloquio. Dopo 2 anni mi assunsero. Avevo 29 anni. Il mio primo ''scudetto personale'' lo conquistai all'Università. Quanto me lo sudai quello scudetto, anche perchè lo conquistai in rimonta. Nel senso che all'inizio l'Università la feci con molta allegria: un paio di esamini l'anno, se andava bene, e tanta vita mondana. Compresa tanta Juve allo stadio. Poi un giorno arrivò il diktat di papà che mi mise a stecchetto. Mi chiusi in casa e diedi esami a raffica. Mi sono laureato col 100, che per un bon-vivant come me era comunque un ottimo risultato. Tre mesi dopo venni assunto al Giornale. Sembrava tutto scritto. Al Giornale venni assunto come redattore, quindi avevo un "posto fisso". La mia scrivania, il mio Pc, il mio telefono, il mio stipendio mensile. Ero un dipendente a tutti gli effetti e lo rimasi per 16 anni Ho fatto tutta la gavetta: iniziai dalle varie, per passare poi alla cronaca bianca e infine alla politica. Locale, regionale e nazionale. Era un lavoro appassionante, che mi metteva a diretto contatto con tutti i big della politica italiana. Ovviamente, stando a Milano, avevo frequentazioni e contatti quotidiani col sindaco Albertini, il governatore Formigoni e assessori vari. Però non mancarono occasioni per intervistare Berlusconi, Fini, Casini, Bossi e tanti altri. Gli anni che ricordo con maggiore entusiasmo sono quelli trascorsi con Feltri, un grande direttore e un giornalista libero per davvero (in giro ce ne sono pochissimi, ve lo assicuro). Ci tornerei a lavorare insieme domattina. I peggiori ricordi riguardano la gestione Belpietro, l'esatto opposto di Feltri. Ma preferisco non entrare in particolari. Per quanto riguarda invece la mia vita sentimentale, fu molto intensa negli anni torinesi, più tranquilla in quelli milanesi. Ma per un motivo semplicissimo: fare il giornalista professionista in un quotidiano ti riduce drasticamente gli spazi di vita privata. Quasi sempre sei costretto a circoscrivere amicizie e conoscenze ad amiche conosciute sul lavoro. Quindi, colleghe, addette stampa, politichesse. Per non parlare di quando iniziai ad andare in tv: essendo tutte le sere in uno studio, le possibilità di "relazionare" si limitano automticamente. Ciò nonostante, non essendo un imbranato, la mia anima gemella sono riuscito a trovarla lo stesso e ne sono felice. Però non chiedetemi di nozze o prole, nche se un giorno qualcosa capiterà e vi terrò informati (i chirichini, però, scordateveli: devo ancora dedicarmi MOLTO a me stesso...). Di occuparmi di sport a tempo pieno non mi passò mai per l'anticamera del cervello fin quando restai al Giornale. Lo ritenevo - e ancora oggi lo ritengo tale - un mondo "minore" rispetto a quello politico. Vuoi mettere scrivere delle scelte di un governo anzichè di una partita di pallone? Però restavo un grande tifoso della Juve e continuavo ad abbonarmici ogni anno. Sapendo di questa mia grande passione, un giorno Tony Damascelli mi propose come opinionista juventino di Telenova. Con queste parole: "E' uno fuori di testa per la Juve, maneggiatelo con cura". Mi provarono e gli piacqui subito. Conquistai sempre più spazio fino al punto da essere richiesto da Telelombardia, tv privata numero 1 del Nord Italia. Purtroppo questi miei continui passaggi televisivi irritarono non poche persone a Il Giornale, dove in parecchi iniziarono a farmi la guerra. Arrivammo al punto in cui mi costrinsero a scegliere: tv o Giornale. Optai per la prima. Una scelta non facile, ma che ritenni necessaria e che adesso mi sta dando non poche soddisfazioni. Fossi rimasto in "quel" Giornale probabilmente oggi non sarei un uomo felice. Iniziai a fare tv a Telenova con Gianni Visnadi. Fu il primo a puntare sul sottoscritto come espressione del tifo juventino in tv, e gliene sono grato. Non era comunque la mia prima esperiena televisiva, perchè a Torino avevo già lavorato per Telesubalpina alla redazione news. Ma era tutta un'altra cosa, manco da paragonare. Ad aumentare esponenzialmente la mia notorietà è stato Fabio Ravezzani, che ha creduto nel sottoscritto fin dall'inizio chiamandomni a Telelombardia e poco per volta mi ha plasmato nel tipo di juventino che voleva lui, funzionale alle sue trasmissioni, dove si mescola serio e faceto. Mi basta avere Fabio accanto per trovare sempre la carica giusta e dare il mio contributo "casinaro" al programma. La mia indipendenza e schiettezza di giudizi è determinata da un unico fattore: la mia totale libertà d'espressione, che Ravezzani mi consente. E che ovviamente ha un prezzo. Questo mio carattere mi è costato tantissimo quand'ero a Il Giornale, in particolar modo nel periodo di direzione belpietrista. Per poter lavorare in un quotidiano, spesso non è sufficiente condividerne la linea politica, occorre pure concordare su mezzi e metodi utilizzati per portarla avanti. Proprio da questo ho capito che il giornalismo vero non esiste più. E' morto. Meglio fare tv e divertirsi, come cerco di fare quasi sempre a Telelombardia, Antenna 3, Top Calcio e Videogruppo, le emittenti del gruppo Mediapason per le quali lavoro. Ogni tanto qualcuno, via mail o su FacebooK, mi invita o ad essere più duro in trasmissione se non addirittura ad abbandonare le tv su cui vado in onda perchè giudicate troppo antijuventine. A tutti loro dico semplicemente 2 cose: la maleducazione e l'insulto non appartengono al mio modo di essere, e proprio il trovarmi ogni volta a dover difendere la JUventus contro tutto e tutti mi carica ancora d più. Mi fa sentire ancora più juventino, odiato e invidiato. Proprio come la nostra squadra, tornata a farsi odiare perchè nuovamente vincente. Quindi, fino alla fine, forza Juventus!!!!!!
Cosa sto ascoltando in questi giorni
La mia Juve
I miei Libri


"Tanti nemici tanto onore" è una frase tratta dal De Bello Gallico pronunciata dal celebre imperatore romano Giulio Cesare prima di affrontare i Galli di Vercingetorige dove i suoi uomini erano decisamente inferiori dal punto di vista numerico: Marcello Chirico non poteva scegliere un titolo migliore per il suo libro (Minerva Edizioni, uscito lo scorso novembre) per rendere l'idea di come la Juventus sia da sempre odiata e osteggiata da gran parte degli avversari. L'autore ci tiene a precisare come il titolo del suo libro non abbia alcun riferimento politico (la frase di Giulio Cesare infatti era poi stata ripresa da Benito Mussolini). Marcello Chirico, noto opinionista di Telelombardia/Antenna Tre e Top Calcio 24, con la sua opera snocciola gli innumerevoli episodi che spesso vengono utilizzati allo scopo di infangare l'immagine della Juventus, quasi sempre senza un effettivo fondamento. L'intento è quello di informare il lettore senza che questi debba necessarimente passare dal filtro, spesso nocivo per i bianconeri, di tv e stampa. Quello di Chirico non è solo un libro ma anche una pregevole raccolta di immagini di qualità altissima (copyright Salvatore Giglio). Tantissimi gli aneddoti che meritano di essere scoperti: focus particolare viene dato ad alcuni degli episodi maggiormente discussi della recente storia bianconera come il gol-non gol di Muntari e il rigore non fischiato a Ronaldo nel famoso Juve-Inter del 1998. Chirico spiega, con dovizia di particolari, come le immagini spesso abbiano potuto trarre in inganno, non negli episodi sopra citati, ma in altri dove l'Inter venne favorita ma i media decisero di non focalizzarsi per nulla. LE SENTENZE DI CALCIOPOLI - Tanti i riferimenti a quelle sentenze che condannarano la Juventus alla Serie B: Chirico, con l'aiuto delle intercettazioni mai pubblicate dalla Gazzetta dello Sport in occasione del primo processo, riesce a smontare quella che è sempre stata definita cupola. In chiusura grande spazio dedicato a tutte le statistiche della squadra di Torino, la più titolata della Serie A. Un libro da leggere tutto d'un fiato: 144 pagine ricche di sorprese e curiosità che vi consigliamo di non perdere.



Parliamoci chiaro: noi juventini non ci siamo mai iscritti alla scuola decubertiana de “l’importante è partecipare”. Noi non ci accontentiamo affatto , come auspicava il vescovo anglicano Ethelbert Talbot ,di esserci “battuti bene” durante una partita per poter essere soddisfatti di una nostra prestazione. Per carità, il barone Pierre de Fredy e il vescovo della Pennsylvania erano tutte stimabilissime persone, dagli alti princìpi morali e sportivi. Cominciamo però col dire che per noi l’unico “barone” resterà sempre e soltanto Franco Causio. Noi apparteniamo alla scuola di Antonio Conte, e prima ancora di lui abbiamo frequentato i corsi del presidentissimo Giampiero Boniperti, e abbiamo imparato una sola cosa: che l’unica cosa che conta è vincere. Il resto vale zero, parlo dei secondi posti (il primo degli ultimi) per non dire dei terzi (anche se ultimamente a Milano questo piazzamento equivale ad uno scudetto, che talvolta gli è stato pure assegnato). Questo non significa che non accettiamo le sconfitte o non riconosciamo la superiorità degli avversari quando ci battono,meritatamente e sul campo. Quando provano invece a fregarci, magari con successo, fuori dal rettangolo di gioco, attraverso processi-burla e fantasiose congetture non supportate da prove (prove vere, non suggestioni o “sentimenti popolari”) in quel caso noi non accettiamo sentenze e verdetti nemmeno dal Tribunale delle Nazioni Unite. Ecco perché, ostinatamente, esibiamo con fierezza questo 31° tricolore , fregandocene delle matematiche federali e della contabilità tenuta da media e opinionisti vari dal 2006 ad oggi. Perché se l’Inter dice di avere 18 scudetti, noi ne abbiamo 31. Se Galliani, coi suoi ranking e le sue statistiche, sostiene che il Milan è forte come la Juve anche quando arriva terzo con un distacco di 18 punti, noi abbiamo 31 scudetti. Quando Mazzarri dichiara che il vero scudetto è il secondo posto del Napoli, noi abbiamo 31 scudetti. Quando la Gazzetta dello Sport ricorda a tutta pagina che sono 29, per noi saranno sempre e soltanto 31. Non 1 di meno. Questo libro vuole essere semplicemente la celebrazione del nostro secondo scudetto consecutivo, attraverso un book fotografico di eccezionale bellezza corredato da testi intrisi di sana, vera e totale juventinità. Per godere ancora e senza limiti dei momenti che hanno caratterizzato l’ultima, esaltante stagione bianconera. Un libro pensato e realizzato per prolungare il godimento di ogni singolo tifoso juventino, ma anche fatto per accrescere sempre più il rosicamento di chi abita a Castorama.Parliamoci chiaro: noi juventini non ci siamo mai iscritti alla scuola decubertiana de “l’importante è partecipare”. Noi non ci accontentiamo affatto , come auspicava il vescovo anglicano Ethelbert Talbot ,di esserci “battuti bene” durante una partita per poter essere soddisfatti di una nostra prestazione. Per carità, il barone Pierre de Fredy e il vescovo della Pennsylvania erano tutte stimabilissime persone, dagli alti princìpi morali e sportivi. Cominciamo però col dire che per noi l’unico “barone” resterà sempre e soltanto Franco Causio. Noi apparteniamo alla scuola di Antonio Conte, e prima ancora di lui abbiamo frequentato i corsi del presidentissimo Giampiero Boniperti, e abbiamo imparato una sola cosa: che l’unica cosa che conta è vincere. Il resto vale zero, parlo dei secondi posti (il primo degli ultimi) per non dire dei terzi (anche se ultimamente a Milano questo piazzamento equivale ad uno scudetto, che talvolta gli è stato pure assegnato). Questo non significa che non accettiamo le sconfitte o non riconosciamo la superiorità degli avversari quando ci battono,meritatamente e sul campo. Quando provano invece a fregarci, magari con successo, fuori dal rettangolo di gioco, attraverso processi-burla e fantasiose congetture non supportate da prove (prove vere, non suggestioni o “sentimenti popolari”) in quel caso noi non accettiamo sentenze e verdetti nemmeno dal Tribunale delle Nazioni Unite. Ecco perché, ostinatamente, esibiamo con fierezza questo 31° tricolore , fregandocene delle matematiche federali e della contabilità tenuta da media e opinionisti vari dal 2006 ad oggi. Perché se l’Inter dice di avere 18 scudetti, noi ne abbiamo 31. Se Galliani, coi suoi ranking e le sue statistiche, sostiene che il Milan è forte come la Juve anche quando arriva terzo con un distacco di 18 punti, noi abbiamo 31 scudetti. Quando Mazzarri dichiara che il vero scudetto è il secondo posto del Napoli, noi abbiamo 31 scudetti. Quando la Gazzetta dello Sport ricorda a tutta pagina che sono 29, per noi saranno sempre e soltanto 31. Non 1 di meno. Questo libro vuole essere semplicemente la celebrazione del nostro secondo scudetto consecutivo, attraverso un book fotografico di eccezionale bellezza corredato da testi intrisi di sana, vera e totale juventinità. Per godere ancora e senza limiti dei momenti che hanno caratterizzato l’ultima, esaltante stagione bianconera. Un libro pensato e realizzato per prolungare il godimento di ogni singolo tifoso juventino, ma anche fatto per accrescere sempre più il rosicamento di chi abita a Castorama.



FIRMAMENTO JUVE - Stelle, stelline e stellacce - Minerva Editore Non è il solito libro sulla storia della Juventus. Nessun noioso racconto delle res gestae bianconere, ma è qualcosa di molto simile al catalogo di una grande mostra, allestita in una virtuale pinacoteca juventina e contenente i ritratti di tutti quei personaggi che hanno rappresentato qualcosa per il club più titolato d’Italia e per i suoi 14 milioni di tifosi. Una scanzonata, divertente e dissacrante serie di vignette, ciascuna accompagnata dalla sua bella e corposa “didascalia” che ne tratteggia il profilo. È il personale museo bianconero inventato dall’estro di Benny e Marcello Chirico, rispettivamente l’artista e il text–editing. Uno (Benny) ha creato le opere, l’altro (Marcello Chirico) le ha commentate. Ognuno dei due alla propria e inconfondibile maniera. Insieme, da buoni “juventini-doc”, hanno scelto chi inserire nel loro museo. Ovviamente l’intera rosa del trentesimo tricolore, dopodiché le 50 stelle della hall of fame ospitata all’interno dello Juventus Stadium, quindi una serie di giocatori juventini, secondo gli autori, meritevoli di un riconoscimento per quanto fatto in bianconero. I ritratti degli allenatori più celebri e, in fondo, quasi in una sorta di “sala asettica” separati da tutto il resto (perché non meritevoli,secondo loro, di starci) i “reprobi”: quelli che la Juve l’hanno prima abbracciata e poi tradita. Perché noi juventini non dimentichiamo. Una parata di stelle, stelline e... stellacce.


NOI SIAMO LA JUVE - Minerva Editore (con doppio Poster Del Piero - Juve campione d'Italia 2011/12) Cosa significa essere juventini spiegato da20 grandi miti bianconeri. Lo “spirito” del libro - attraverso le testimonianze dei massimi protagonisti della storia della Juventus, e le statistiche scelte “ad hoc” da Massimo Fiandrino- è quello di assecondare il rinnovato entusiasmo dei tifosi bianconeri, e dimostrare che, nonostante Calciopoli, la società torinese continua ad essere “prima in tutto”. Scorrendo la storia della Juve, soprattutto in campo internazionale, si scopre che negli ultimi 40 anni, non vi è una vittoria bianconera che non sia stata sudata, agognata, strappata al destino, con sublime impegno.
Personaggi intervistati: ANASTASI; BONIPERTI; BUFFON; BETTEGA; CABRINI; CAUSIO; CONTE; DEL PIERO; FERRARA; FURINO; GENTILE; LIPPI; MORINI; NEDVED; PLATINI; TARDELLI; TRAPATTONI; TREZEGUET; VIALLI; ZOFF.


UNIVERSO JUVE - Priuli & Verlucca Editore Un librone di 304 pagine corredato da bellissime foto. Praticamente una Bibbia bianconera perchè dentro ci troverete tutto ciò che uno juventino deve sapere per poter tifare "correttamente" per la ostra grande Juventus. E quindi:, la storia integrale del nostro club, dalla fondazione al 2009 (storia che è stata scritta molto bene dal mio amico Maner Palma, un signore di 75 anni col quale ho firmato questo libro perché lo ritengo uno dei più grandi storici viventi della Juventus), tutte le statistiche possibili su trofei, gol, presenze, etc..., la presentazione della rosa 2009/10, tutti i confronti con le squadre di Serie A corredate da pepatissimi commenti, il nuovo stadio e tanto altro.


IL NOVISSIMO GOBBO -dizionario Juventino - edizioni Armenia /Eco Sport L'opera, divisa in due parti, è dedicata al pianeta Juventus in tutte le sue articolazioni; nella prima, troviamo i giocatori che, dalla fondazione del club ad oggi, hanno vestito la maglia bianconera, con un breve e colorito ritratto per ciascuno di loro. Nella seconda parte trova invece posto tutto l'universo antijuventino: dalle squadre avversarie per eccellenza fino agli arbitri più ostili. Un particolare rilievo viene poi assegnato ai transfughi, ai giornalisti di fede avversa, ai programmi televisivi più antijuventini dell'etere, ai luoghi da dimenticare.


IL GOBBO D'ITALIA - edizioni Armenia /Eco Sport Marcello Chirico attraverso l'appassionato e colorito racconto di episodi e aneddoti: svela l'autentica natura del tifoso juventino, come si riconoscono i simpatizzanti e gli avversari della squadra, chi sono gli amici e i nemici storici, quali i campioni più amati e i rivali più odiati (e perché); descrive l'inconfondibile linguaggio e folclore juventino, la storia dei cori da stadio, i giorni della gioia e quelli dell'amarezza, senza mancare di fornire al lettore indicazioni sui luoghi da frequentare a Torino e in occasione delle trasferte.

AGENDA TV

           


Lunedì 3 novembre

ore 12-13.30 Jland (Top Calcio)
ore 20 - 20-30 Azzurro Italia News (Antenna 3)
ore 20.30 - 23 Lunedì di Rigore (Antenna 3)
ore 23 - 24 Azzurro Italia notte (Antenna 3)

Martedì 4 novembre
ore 19 - 20 Azzurro Italia News (Antenna 3)
ore 20 - 23 QSVS (Telelombardia)
ore 23 - 24 Azzurro Italia notte (Antenna 3)

Mercoledì 5 novembre
ore 12 - 13.30 Jland (Top Calcio)
ore 19 - 20 Azzurro Italia News (Antenna 3)
ore 20.30 - 23 QSVS (Telelombardia)

Giovedì 6 novembre
ore 16- 18 Jland (Videogruppo)
ore 19 - 23 Tuttoderby (Videogruppo)

Venerdì 7 novembre
riposo

Sabato 8 novembre:
ore 18 - 23 QSVS (Telelombardia)

Domenica 9 novembre :
ore 14 - 18 QSVS (Telelombardia)
ore 19- 19.40 Cartellino rosso (Telelombardia)
ore 20 - 23 QSVS (Telelombardia)